Il presidente Gianni Di Matteo: “Ottimo strumento, ma occorre dare assolute garanzie di trasparenza, in vista di future applicazioni di Intelligenza artificiale, sia per assicurare la fiducia degli operatori e sia l’attendibilità dei risultati di ricerca”
Oggi incontro al Mef con il Direttore della Giustizia Tributaria Fiorenzo Sirianni
Ampio confronto oggi tra Uncat e la Direzione della Giustizia Tributaria del Ministero dell’economia sulle nuove iniziative e progetti di digitalizzazione.
Uncat ha consegnato un documento articolato di analisi dell’attuale funzionamento della Banca dati della Giustizia tributaria.
“La Banca dati della Giustizia tributaria è senz’altro uno strumento utile e apprezziamo l’invito del Direttore della Giustizia Tributaria, Fiorenzo Sirianni, ad evidenziare gli ambiti di miglioramento e la sua disponibilità all’ascolto, dimostrata nell’incontro di oggi. Riteniamo che il coinvolgimento diretto e continuo degli operatori in questi importanti progetti non solo sia in linea con le stesse indicazioni contenute nell’AI Act ma sia canale indispensabile per assicurare loro piena equità, fiducia e attendibilità ”, dichiara il presidente Uncat Gianni Di Matteo, ricevuto oggi insieme ad una delegazione composta dal consigliere segretario Silvia Siccardi e dal consigliere tesoriere Raffaella D’Anna e dai consiglieri Paola Pregliasco, Michele Tiengo, Ida Pansini.
Uncat ha consegnato al dott. Sirianni un documento riassuntivo che raccoglie le osservazioni ricevute anche dalle Camere tributarie locali, che in questi mesi hanno “testato” l’efficacia della ricerca giurisprudenziale.
Le osservazioni sono di tre categorie:
– efficacia della interazione con utente
– criteri di ricerca
– attendibilità delle risposte.
Le osservazioni sulla Banca dati di Giustizia Tributaria
Riguardo al primo aspetto, Uncat ha rilevato una user experience migliorabile. Le sentenze sono, al momento, riportate integralmente senza alcun abstract e massimazione (ovviamente, nel caso di una evoluzione in tal senso, occorrerà condividere le scelte tecnologiche e algoritmiche). Sulla usabilità, il sistema non segnala l’avvenuta lettura progressiva delle sentenze, con il rischio di tornare a rileggere lo stesso testo; e sarebbe utile inserire dei collegamenti tramite link diretto con le sentenze affini e/o richiamate.
A questo si collegano le osservazioni in merito ai criteri di ricerca: l’obbligatorietà dei criteri di ricerca, secondo una logica progressiva, rischia di “ingessare” la ricerca. Per esempio, il campo “parole” è obbligatorio se non viene indicata l’annualità della ricerca, ma potrebbe non servire se si cerca per argomento. Di converso non è possibile attuare una ricerca per estremi normativi e, anche tentando la ricerca con operatori logici, il risultato esce falsato.
Riguardo alla attendibilità dei risultati, nella ricerca “esito giudizio” sono incluse le conciliazioni (oltre 3.500 sentenze ad oggi) e i condoni (oltre 38 mila sentenze), senza possibilità di farsi una idea sull’orientamento di giudizio sulla materia. Nei casi nei quali vi è la mancanza di impugnazione, la dicitura “appello non presente” non è sufficiente, dovendosi specificare se la sentenza è divenuta definitiva, soprattutto in caso di termini ancora in corso.
Le informazioni del MEF
Il dott. Sirianni, con il suo team, ha accolto le osservazioni anche in vista dell’annunciato miglioramento della Banca dati e ha illustrato approfonditamente i prossimi passi, dal decreto ministeriale di attuazione del Processo tributario telematico, alle migliorie in corso di definizione per la Banca dati, garantendo l’apertura al confronto con l’avvocatura specialistica.
Dichiarazioni del presidente Di Matteo
“Abbiamo ottenuto molti importanti chiarimenti e siamo fiduciosi che l’obiettivo comune di ottenere dati giudiziari di assoluta qualità sia una ottima base di partenza verso una digitalizzazione trasparente ed equa”, conclude Gianni Di Matteo