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Processo tributario e video udienze. Uncat: finita l’epoca degli annunci.

Finita l’epoca degli annunci. Gravi responsabilità del Ministero dell’Economia per non aver già garantito lo svolgimento delle udienze da remoto. Prevedere il diritto della parte di chiedere il rinvio della causa per trattarla oralmente.

L’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi ha approvato un documento di denuncia dell’inerzia organizzativa del Mef che rende sostanzialmente necessario trattare le cause solo documentalmente o con trattazione scritta, provocando una “svolta illiberale”. Nulle le eventuali sentenze adottate da remoto su piattaforme non ufficiali o senza il rispetto del principio di oralità.

“L’incapacità dell’Amministrazione pubblica deputata, a distanza di due anni, ad organizzare i collegamenti e garantire la fruibilità del servizio giustizia ha portato ad un vulnus illiberale, nella misura in cui si è spazzata via la previsione della facoltà del difensore di chiedere la discussione orale per curvare verso il processo scritto coatto”.

L’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi ha approvato un documento nel quale denuncia le incongruenze e le contraddizioni dell’articolo 27 del decreto legge Ristori (dedicato allo svolgimento del processo tributario nel nuovo periodo emergenziale) e la politica degli annunci del Mef.

I motivi principali della ferma presa di posizione di Uncat risiedono nella doppia circostanza che

  • da una parte, i decreti emessi dai presidenti delle commissioni tributarie e, secondo anticipazioni di stampa, un nuovo prossimo intervento del MEF, prevedono lo svolgimento di camere di consiglio da remoto (per i magistrati);
  • dall’altra che, a dispetto delle parole, della previsione formale dell’articolo 27 e di annunci reiterati anche nelle ultime ore, a tutt’oggi non è possibile svolgere le udienze pubbliche (nelle quali si attua il principio di oralità e nelle quali gli avvocati posso fare valere davanti al giudice le ragioni della parte) da remoto, per mancanze organizzative e tecnologiche di responsabilità dell’Amministrazione finanziaria.

La conseguenza è quella di ridurre il processo tributario a un processo cartolare, il ché “costituisce grave attentato al principio di oralità. Il processo tributario, essendo un processo empirico, ha bisogno del confronto sui fatti, oltre che sul diritto”.

Al di là delle parole, rileva Uncat, oggi la giurisdizione tributaria vive il paradosso di legittimare camere di consiglio da remoto addirittura con mezzi “propri” dei magistrati, nonostante le primarie esigenze di segretezza e riservatezza; e nel contempo rende sostanzialmente impossibile svolgere da remoto le udienze pubbliche che, per definizione, hanno minore necessità di rispondere a tali esigenze e permettono alle parti di rappresentare oralmente le reciproche posizioni.

“L’Avvocatura non chiude gli occhi all’emergenza, si dichiara pronta alla video udienza, che avrebbe dovuta essere a regime fin dal 2018, e la reclama nel momento eccezionale di pandemia, ma la sua impraticabilità non può produrre la scomparsa dell’oralità in punto di facoltà del difensore di chiedere il rinvio della discussione a nuovo ruolo”.

Uncat riterrebbe infine nulli i provvedimenti giudiziari emessi in base ad una piattaforma digitale destinata esclusivamente alla formazione dei provvedimenti giudiziari, così discriminando le parti processuali, o comunque emessi senza il presidio di una piattaforma digitale ufficiale e, pertanto, suscettibili di impugnazione secondo legge.